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Robespierre

Governo rivoluzionario e governo costituzionale
(25 dicembre 1793)

La proposta dei governo rivoluzionario era stata avanzata da Saint Just d'accordo con Robespierre il quale con questo discorso cercò di chiarire la distinzione tra governo costituzionale e governo rivoluzionario. " Lo scopo del governo costituzionale - egli disse tra l'altro - è di conservare la repubblica; quello del governo rivoluzionario è di fondarla. La rivoluzione è la guerra della libertà contro i suoi nemici; la costituzione è il regime della libertà ormai vittoriosa e pacifica ".

I successi addormentano le anime deboli, ma stimolano le anime forti. Lasciamo che l'Europa e la storie magnifichino i miracoli di Tolone ' e preparino nuovi trionfi alla libertà. I difensori della repubblica adottano la massima di Cesare; ritengono di non aver fatto niente finché resta qualcosa da fare. Ci restano ancora abbastanza pericoli per assorbire tutto il nostro zelo. Vincere degli Inglesi e dei traditori è una cosa abbastanza facile per il.valore dei nostri soldati repubblicani. C'è davanti a noi un'impresa non meno importante e più difficile: quella di sventare con costante energia gli intrighi incessanti di tutti i nemici della nostra libertà e di far trionfare i principi sui quali deve fondarsi la prosperità pubblica. Sono questi i primi doveri che avete imposto al vostro comitato di salute pubblica. Noi svilupperemo i principi e la necessità dei governo rivoluzionario; quindi mostreremo la vera causa che tende a paralizzarlo fin dalla nascita. La teoria dei governo rivoluzionaria è nuova come la rivoluzione che l'ha prodotta. Non bisogna cercarla nei libri degli scrittori politici che non hanno previsto questa rivoluzione, né nelle leggi dei tiranni, i quali si accontentano di abusare dei loro potere e si curano poco di ricercarne la legittimità. Perciò questa espressione è argomento di terrore e di calunnia per l'aristocrazia, è scandalo per i tiranni, è un enigma per molta gente. Bisogna spiegarla a tutti per legare almeno i buoni cittadini ai principi dell'interesse pubblico. La funzione del governo è dirigere le forze morali e fisiche della nazione verso lo scopo della sua istituzione Lo scopo del governo costituzionale è di conservare la repubblica; quello dei governo rivoluzionario è di fondarla. ' La rivoluzione è la guerra della libertà contro i suoi nemici; la costituzione è il regime della libertà ormai vittoriosa e pacifica. li governo rivoluzionario ha bisogno di un'attività straordinaria proprio per il fatto che è in guerra. Esso è soggetto a regole meno uniformi e meno rigorose perché le circostanze in cui si trova sono mobili e tempestose e soprattutto perché è costretto ad impiegare continuamente mezzi nuovi e rapidi per affrontate pericoli nuovi ed urgenti. Il governo costituzionale si occupa principalmente della libertà civile, il governo rivoluzionario principalmente della libertà pubblica. Sotto il Regine costituzionale è pressoché sufficiente proteggere gli individui contro gli abusi del potere pubblico; sotto il regime rivoluzionario il potere pubblico stesso è obbligato a difendersi contro tutte le fazioni che l'attaccano. li governo rivoluzionario deve dare ai buoni cittadini tutta la protezione nazionale, deve dare ai nemici del popolo soltanto la morte. Queste nozioni bastano a spiegare l'origine e la natura delle leggi che chiamiamo rivoluzionarie. Coloro che le dicono arbitrarie o tiranniche sono sofisti stupidi e perversi che cercano di confondere i contrari; essi vogliono sottomettere allo stesso regime la pace e la guerra, la salute e la malattia, o piuttosto vogliono soltanto la resurrezione della tirannia e la morte della patria. Se invocano l'esecuzione letterale delle massime costituzionali, è solo per violarle impunemente; sono vili assassini che, allo scopo di sgozzare senza pericolo la repubblica nella sua culla, si sforzano di legarle le inani con massime di ordine generale, dalle quali poi sanno ben svincolarsi essi stessi. La nave costituzionale non è stata costruita per rimanere sempre nel cantiere. Ma bisognava vararla nel cuore della tempesta e sotto il soffio di venti contraria Proprio questo volevano i tiranni e i loro schiavi che si erano opposti alla sua costruzione; ma il popolo francese vi ha ordinato di attendere il ritorno della calma; i suoi voti unanimi hanno coperto di colpo i clamori dell'aristocrazia e del federalismo e vi hanno comandato di liberarlo anzitutto dai suoi nemici. I templi degli dei non sono fatti per servite da asilo al sacrileghi che vengono a profanarli, né la costituzione è fatta per proteggere i complotti dei tiranni che cercano di distruggerla. Se il governo rivoluzionario deve essere più attivo nella sua marcia e più libero nei suoi movimenti di quanto sia il governo ordinario, è forse per questo meno giusto e legittimo? No; esso è fondato sulla più santa di tutte le leggi, la salute dei popolo, sul più irrefrenabile di tutti i titoli, la necessità. Anch'esso ha le sue regole tutte fondate sulla giustizia e sull'ordine pubblico. Esso non ha niente di comune con l'anarchia né coi disordine; al contrario il suo scopo è di reprimerli per instaurare e per rafforzare il regno delle leggi. Esso non,ha niente di comune con l'arbitrio. Non le passioni particolari devono dirigerlo, ma l'interesse pubblico. Esso deve avvicinarsi ai principe ordinari in tutti i casi nei quali questi possono essere applicati rigorosamente senza compromettere la libertà pubblica. La misura della sua forza dev' essere l'audacia e la perfidia dei cospiratori; più terrore suscita ai malvagi, più deve essere favorevole ai buoni; più le circostanze gli impongono certi atti di rigore, più deve astenersi da misure che restringano inutilmente la libertà e che feriscano gli interessi privati senza alcun vantaggio pubblico. Esso deve navigare in mezzo a due scogli, la debolezza e la temerità, il moderatismo e l'eccesso: il moderatismo che sta alla moderazione come l'impotenza sta alla castità; l'eccesso che assomiglia all'energia come l'idropisia alla salute.

(Da La rivoluzione giacobina, a cura di G. Cantoni, Milano, 1953)

 

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